Se hai un impianto fotovoltaico, saprai sicuramente che la verifica SPI è un obbligo previsto dalla normativa. Ma sai esattamente quando va fatta, da chi e cosa comporta?
Il Sistema di Protezione di Interfaccia (SPI) è un dispositivo fondamentale per garantire la sicurezza e la corretta connessione degli impianti fotovoltaici alla rete elettrica. La sua funzione principale è quella di monitorare la qualità dell’energia elettrica e, in caso di anomalie, disconnettere automaticamente l’impianto, evitando malfunzionamenti o rischi per la rete pubblica.
Proprio per il ruolo cruciale che ricopre, la verifica periodica del sistema di protezione interfaccia è diventata un obbligo normativo, regolamentato dalle norme CEI 0-21 per gli impianti in bassa tensione e CEI 0-16 per quelli in media tensione (trovi qui i testi), oltre che dalla Delibera 786/2016 ARERA.
Il mancato rispetto di queste disposizioni può comportare conseguenze rilevanti: dall’interruzione dell’erogazione degli incentivi fino a responsabilità tecniche in caso di incidenti.
Questa guida è pensata per chi possiede o desidera installare un impianto fotovoltaico, ma anche per garantire la naturale manutenzione dell’impianto elettrico e comprendere in modo chiaro e aggiornato come affrontare correttamente la verifica SPI.
Se vuoi scoprire tutto questo nel dettaglio, sei nel posto giusto: l’articolo che segue ti guida punto per punto. Se invece desideri un preventivo personalizzato o una consulenza gratuita per eseguire la verifica SPI del tuo impianto fotovoltaico, contattaci: metteremo a tua disposizione competenze specialistiche e anni di esperienza sul campo.
Indice dei Contenuti
Cos’è il Sistema di Protezione di Interfaccia Fotovoltaico (SPI)
Il Sistema di Protezione di Interfaccia (SPI) è un componente fondamentale per il corretto funzionamento e la sicurezza degli impianti fotovoltaici. Il dispositivo di interfaccia fotovoltaico, infatti, separa l’impianto di produzione dalla rete di distribuzione elettrica. La sua funzione è quella di monitorare costantemente le grandezze elettriche — in particolare tensione e frequenza — e intervenire nel momento in cui queste superano i limiti previsti dalla normativa.
Tutti gli impianti fotovoltaici collegati alla rete di distribuzione, sia in bassa tensione (BT) sia in media tensione (MT), devono essere dotati di un sistema SPI, secondo quanto stabilito dalle norme CEI 0-21 (BT) e CEI 0-16 (MT). È una misura obbligatoria e non opzionale: lo SPI serve a evitare situazioni pericolose per la rete elettrica nazionale e per le persone.
A cosa serve e dove si trova il relè di interfaccia
Il cuore operativo dello SPI è il relè di interfaccia, un dispositivo che monitora costantemente i parametri elettrici e ha la capacità di scollegare automaticamente l’impianto dalla rete ogni volta che si verificano condizioni anomale. Tra queste:
- Sovratensione o sottotensione
- Sovrafrequenza o sottofrequenza
- Guasti o perturbazioni sulla rete di distribuzione
Quando i valori misurati escono dai limiti di tolleranza, il relè invia il comando di apertura al Dispositivo di Interfaccia (DDI), interrompendo l’immissione di energia elettrica in rete. Questa disconnessione deve avvenire entro tempi ben definiti, che variano in base alla gravità dell’evento e al tipo di impianto.
Le funzioni principali del sistema di protezione di interfaccia con dispositivo dedicato comprendono:
- Protezione della rete in caso di guasti, impedendo che l’impianto fotovoltaico continui ad alimentarla.
- Prevenzione di danni agli impianti e ai dispositivi a valle, proteggendo inverter, quadri elettrici e utenze collegate.
- Disconnessione automatica dell’impianto in presenza di condizioni instabili o fuori norma.
In particolare, negli impianti fotovoltaici in media tensione, lo SPI può essere supportato da sistemi aggiuntivi come:
- Trasformatori voltmetrici (TV) per l’analisi dei segnali
- Funzionalità di sblocco voltmetrico (protezione 81V)
Il relè di interfaccia può essere integrato nell’inverter oppure installato come unità separata, a seconda della configurazione dell’impianto di media o bassa tensione.
La differenza tra SPI interno e dispositivo esterno
La presenza di un SPI interno o esterno dipende dalla potenza dell’impianto fotovoltaico e dalla sua data di entrata in esercizio. La normativa ha stabilito obblighi specifici per garantire livelli uniformi di sicurezza e compatibilità con la rete.
Ecco come si distinguono i casi di obbligo:
- Gli impianti fotovoltaici di potenza pari o superiore a 20 kW, entrati in esercizio dal 2009 in poi, devono essere dotati di SPI esterno.
- Gli impianti di potenza pari o superiore a 11,08 kW, entrati in esercizio dopo il 30 giugno 2012, hanno anch’essi l’obbligo di SPI esterno.
Negli impianti di potenza inferiore, realizzati prima delle date indicate o integrati con inverter già certificati secondo la norma CEI, è ancora possibile trovare SPI interni. Tuttavia, in tutti i casi, il dispositivo — interno o esterno — deve essere regolato e verificato per garantire la conformità ai parametri previsti.
Comprendere questa distinzione è fondamentale per sapere quale verifica SPI impianto fotovoltaico sia necessaria e con quali modalità debba essere effettuata. Nel prossimo capitolo vedremo quando e perché questa verifica diventa obbligatoria e cosa comporta la sua mancata esecuzione.
Quando e perché va effettuata la verifica del SPI
Effettuare la verifica SPI in un impianto fotovoltaico non è solo un’opportunità per garantire efficienza e sicurezza, ma è un obbligo normativo che si applica in determinate condizioni per assicurare che l’impianto fotovoltaico sia connesso alla rete elettrica nazionale in sicurezza.
La verifica periodica del fotovoltaico serve a certificare il corretto funzionamento del sistema di protezione generale di interfaccia e, in caso di malfunzionamenti, ad aggiornare le regolazioni o procedere alla sostituzione del dispositivo. Così come avviene per le disposizioni che regolano la messa a terra ponteggi, ma anche per le verifiche periodiche nei locali ad uso medico o le verifiche scariche atmosferiche, la normativa è sempre incentrata a garantire la massima sicurezza di ogni tipo di impianto elettrico.
Obblighi normativi e riferimenti alla Delibera 786/2016
La Delibera ARERA 786/2016/R/EEL del 22 dicembre 2016 ha stabilito, in attuazione delle norme CEI 0-21 e CEI 0-16, l’obbligatorietà delle verifiche periodiche per i sistemi di protezione di interfaccia (SPI), imponendo:
- controlli regolari sui dispositivi esterni per impianti oltre 11,08 kW connessi in bassa o media tensione;
- verifica con cassetta prova relè nei sistemi SPI esterni;
- modalità di autotest per gli SPI integrati nell’inverter nei limiti di legge.
La verifica SPI è finalizzata a garantire che l’impianto rispetti i parametri di tensione e frequenza previsti e che il relè di interfaccia intervenga correttamente in caso di anomalie. Questo consente non solo di evitare guasti alla rete, ma anche di mantenere attivi gli incentivi statali o convenzioni di scambio sul posto e di ritiro dedicato Gestore Servizi Energetici (GSE).
In caso di mancata verifica, il gestore di rete è tenuto a inviare un sollecito formale; se l’obbligo non viene adempiuto entro 30 giorni, il GSE può sospendere gli incentivi e, in alcuni casi, procedere con il distacco dalla rete.
Verifica periodica e scadenze: ogni quanto farla
La verifica SPI impianto fotovoltaico deve essere ripetuta ogni 5 anni, per tutta la durata di vita dell’impianto. Le tempistiche specifiche variano in base alla data di entrata in esercizio:
- Impianti entrati in esercizio dal 1° agosto 2016
→ Prima verifica SPI fotovoltaico entro 5 anni dalla messa in esercizio - Impianti entrati in esercizio tra il 1° luglio 2012 e il 31 luglio 2016
→ Entro la data più lontana tra:- 31 marzo 2018
- 5 anni dalla data di esercizio
- 5 anni dall’ultima verifica documentata
- Impianti in esercizio tra il 1° gennaio 2010 e il 30 giugno 2012
→ Entro la data più lontana tra:- 31 dicembre 2017
- 5 anni dalla precedente verifica documentata
- Impianti entrati in esercizio fino al 31 dicembre 2009
→ Entro la data più lontana tra:- 30 settembre 2017
- 5 anni dalla precedente verifica SPI documentata
È importante evidenziare che per gli impianti fotovoltaici MT BT, le verifiche si riferiscono a tutti i sistemi di protezione dell’impianto, facendo riferimento alla data della prima sezione attivata, anche in presenza di sezioni entrate in esercizio successivamente.
Chi deve eseguire la verifica SPI (figure professionali abilitate)
Le verifiche periodiche impianto fotovoltaico devono essere eseguite da operatori qualificati, dotati di specifica competenza nell’uso della cassetta prova relè o nel sistema di gestione degli autotest (per SPI interni). I soggetti abilitati possono essere:
- installatori certificati di impianti elettrici e fotovoltaici;
- tecnici specializzati in verifica impianti fotovoltaici;
- imprese abilitate secondo il DM 37/08 per impianti elettrici;
- soggetti incaricati dal gestore di rete, nei casi previsti dal regolamento di esercizio.
L’esito della verifica deve essere documentato e trasmesso all’ente distributore (es. Enel, E-distribuzione, Areti) per garantire la tracciabilità e la validazione dell’intervento. In alcuni casi può essere richiesta anche la verifica della messa a terra dell’impianto fotovoltaico, soprattutto se si interviene sul sistema di interfaccia.
Nel prossimo capitolo analizzeremo come si svolge la verifica SPI, quali strumenti vengono utilizzati e cosa accade in caso di esito negativo.
Come si svolge la verifica SPI del fotovoltaico
La verifica SPI fotovoltaico consiste in un insieme di prove tecniche che permettono di certificare il corretto funzionamento del sistema di protezione di interfaccia. Questo processo deve essere svolto da professionisti qualificati, utilizzando strumenti specifici e seguendo una procedura normata. L’obiettivo è garantire che il dispositivo di interfaccia sia in grado di intervenire tempestivamente in caso di anomalie nella rete elettrica.
Procedura tecnica e strumenti utilizzati
La verifica periodica impianto fotovoltaico si esegue con la cassetta prova relè, uno strumento progettato per simulare condizioni di funzionamento anomalo e per testare l’effettiva risposta del relè di interfaccia.
Durante la verifica SPI fotovoltaico vengono svolte le seguenti operazioni:
- simulazione di condizioni fuori norma per tensione e frequenza;
- misurazione dei tempi di intervento del sistema SPI;
- controllo della soglia di scatto e dei parametri configurati;
- validazione delle risposte del sistema tramite segnalazioni luminose e test digitali.
La cassetta prova relè viene collegata al sistema di interfaccia dell’impianto per eseguire prove selettive, assicurando che lo SPI risponda in modo conforme alle prescrizioni CEI 0-21 o CEI 0-16, a seconda che si tratti di impianti fotovoltaici MT o BT.
Nei casi in cui lo SPI sia integrato nell’inverter, la verifica può avvenire tramite autotest automatico, secondo le specifiche dichiarate dal costruttore e validate in fase di connessione alla rete.
Cosa contiene il report di verifica
Al termine della verifica, viene redatto un rapporto tecnico dettagliato. Questo documento certifica l’avvenuto controllo e serve come traccia formale per adempiere agli obblighi normativi previsti dalla Delibera 786/2016/R/EEL.
Il report di verifica SPI impianto fotovoltaico deve contenere:
- Dati identificativi dell’impianto (ubicazione, potenza, codice POD);
- Descrizione del sistema SPI (marca, modello, interno o esterno);
- Strumenti utilizzati per la prova (marca, matricola, taratura);
- Valori misurati e confronto con i limiti normativi;
- Risultati delle prove e conformità;
- Firma del tecnico esecutore e timbro aziendale;
- Dichiarazione di esecuzione conforme alle norme vigenti.
Il documento, una volta completato, deve essere trasmesso al gestore di rete tramite il portale produttori o altre modalità stabilite (PEC, sistemi online proprietari), entro i termini previsti.
Cosa succede in caso di esito negativo
Se durante la verifica emerge che il sistema SPI non risponde correttamente, si entra in una condizione di non conformità. In tal caso è obbligatorio:
- procedere alla ritaratura del dispositivo, se tecnicamente possibile;
- in alternativa, sostituire il relè di interfaccia o l’inverter integrato;
- effettuare una nuova verifica completa a seguito dell’intervento correttivo.
Nel frattempo, l’impianto può essere considerato non conforme ai requisiti di connessione, e in caso di mancata comunicazione dell’avvenuta verifica entro i tempi previsti, il GSE può sospendere gli incentivi e le convenzioni di scambio o ritiro.
Nei casi più gravi, il gestore di rete può procedere al distacco del servizio, secondo quanto previsto dal regolamento di esercizio. Questo comporta la temporanea disconnessione dell’impianto dalla rete pubblica, con conseguenti perdite economiche e interruzione dell’attività produttiva.
Nel prossimo capitolo analizzeremo un aspetto spesso trascurato ma strettamente connesso alla sicurezza dell’intero sistema: la verifica della messa a terra dell’impianto fotovoltaico, componente essenziale per una protezione efficace.
Verifica della messa a terra dell’impianto fotovoltaico
Un impianto fotovoltaico sicuro è un impianto correttamente messo a terra. La verifica della messa a terra è una componente imprescindibile per proteggere persone, dispositivi e rete elettrica da guasti, dispersioni e sovratensioni.
Nonostante i moduli fotovoltaici appartengano spesso alla Classe II, e quindi non richiedano obbligatoriamente la messa a terra, esistono numerose eccezioni, normate e tecnicamente fondate, che rendono questa verifica altamente consigliata, se non necessaria. Anche per gli impianti fotovoltaici, dunque, rispettare pienamente il DPR 462 01 è una garanzia di sicurezza e di conformità alla normativa vigente.
Perché è fondamentale per la sicurezza
La messa a terra fotovoltaico ha il compito di garantire un percorso sicuro per la dispersione delle correnti di guasto o sovratensioni, che potrebbero altrimenti danneggiare apparecchiature o, peggio, mettere in pericolo la vita delle persone. Pensiamo ad una non corretta messa a terra condominiale, che potrebbe creare seri problemi non solo agli abitanti del condominio ma anche a chi ci lavora.
Durante il normale funzionamento, un impianto fotovoltaico può generare cariche indesiderate. Se queste non trovano una via di dispersione a terra, si accumulano sui telai metallici, aumentando il rischio di scosse elettriche o interventi errati dell’inverter.
Inoltre, la messa a terra consente di:
- migliorare il monitoraggio dell’isolamento verso terra;
- evitare falsi allarmi dell’inverter;
- prevenire l’usura prematura dei componenti elettrici.
È importante sapere che la CEI 82-25, all’art. 9.1.2, ammette esplicitamente la possibilità di mettere a terra i pannelli fotovoltaici, anche se di Classe II, in funzione di un collegamento equipotenziale alla struttura metallica di sostegno, utile a mantenere stabile il sistema di controllo dell’isolamento. La funzione di questo impianto, in definitiva, è paragonabile a quella di un normale dispersore di terra.
Connessione tra SPI e impianto di terra
Il sistema di protezione di interfaccia (SPI) interagisce direttamente con l’impianto di terra. In assenza di una messa a terra efficace, il relè di interfaccia potrebbe non rilevare correttamente i parametri elettrici critici (soprattutto in media tensione), compromettendo la capacità del dispositivo di intervenire tempestivamente.
In particolare:
- una resistenza di terra elevata può rallentare o impedire l’apertura del dispositivo di interfaccia, vanificando la funzione di disconnessione;
- nei sistemi MT, il controllo voltmetrico (protezione 81V) richiede un riferimento a terra stabile per il corretto funzionamento;
- una scarsa messa a terra può causare l’attivazione anomala dell’inverter, che resta in standby per ragioni di sicurezza.
Per questo motivo, una verifica messa a terra impianto fotovoltaico è spesso abbinata alla verifica SPI fotovoltaico, e in molti casi rappresenta un prerequisito per la sua efficacia.
Verifica della messa a terra nei pannelli fotovoltaici
La verifica della messa a terra dei pannelli solari e delle strutture metalliche di supporto si esegue con strumenti professionali, secondo un protocollo tecnico ben definito. Le operazioni principali includono:
- Inserimento delle sonde del tester nei morsetti o barre equipotenziali dell’impianto;
- Misura resistenza di terra tramite metodo diretto o volt-amperometrico;
- Analisi della continuità del collegamento equipotenziale su telai e strutture di sostegno;
- Confronto con i limiti normativi (in genere < 10 Ω per impianti ordinari, più restrittivo in ambienti speciali).
La periodicità delle verifiche varia in base alla classificazione dell’ambiente:
- Ogni 2 anni per ambienti classificati Ma.R.C.I. (Maggior Rischio in Caso di Incendio);
- Ogni 5 anni per ambienti ordinari.
Le verifiche devono essere effettuate da soggetti abilitati:
- Organismi ispettivi di tipo A con abilitazione ministeriale;
- ASL e ARPA, se competenti sul territorio.
La verifica della messa a terra completa così il quadro delle verifiche impianti fotovoltaici, contribuendo in modo essenziale al mantenimento delle condizioni di sicurezza e conformità normativa. Per avere tutte le informazioni su tempi e costi verifica messa a terra, Quattroseidue Srl mette a disposizione la sua esperienza e competenza, con la possibilità di avere non solo un preventivo ma una vera consulenza gratuita.
Verifica SPI per impianti MT e BT
Andando ad approfondire i casi specifici legati alla verifica SPI per impianti MT e BT, passiamo ad analizzare le differenze operative e le esigenze tecniche nei contesti industriali e residenziali.
La classificazione di un impianto fotovoltaico in media tensione (MT) o bassa tensione (BT) determina differenze sostanziali nei criteri di progettazione, connessione alla rete e gestione delle verifiche. La verifica SPI impianto fotovoltaico, in particolare, deve tenere conto di queste differenze per essere conforme alla normativa CEI e garantire sicurezza operativa.
Differenze tra media e bassa tensione
I livelli di tensione sono definiti dalla normativa tecnica nel modo seguente:
- Bassa tensione (BT): fino a 1.000 V (1 kV)
- Media tensione (MT): tra 1 kV e 36 kV
- Alta tensione (AT): oltre 36 kV (fino a 150 kV e oltre, ma non oggetto di questa guida)
Negli impianti fotovoltaici BT, tipicamente installati in ambito residenziale o commerciale, il sistema di protezione di interfaccia può essere integrato nell’inverter, a patto che la potenza sia inferiore a 11,08 kW. In questi casi, la verifica può avvenire anche tramite autotest.
Per potenze superiori, è invece richiesto un SPI esterno, con test obbligatori eseguiti con cassetta prova relè.
Negli impianti fotovoltaici MT, invece:
- lo SPI è sempre esterno, installato in un quadro di protezione separato;
- è obbligatorio l’utilizzo di trasformatori voltmetrici (TV) per rilevare i valori reali di tensione;
- si utilizza frequentemente la funzione 81V (sblocco voltmetrico) per migliorare l’accuratezza dell’intervento.
La verifica SPI imp in MT prevede inoltre registrazione e documentazione più strutturate, specialmente se l’impianto alimenta stabilimenti produttivi, infrastrutture critiche o è soggetto a incentivazioni pubbliche. Diverso è il caso delle cabine MT BT, che richiedono una manutenzione specifica.
Requisiti specifici per impianti industriali o complessi
Negli impianti di tipo industriale, la verifica SPI fotovoltaico assume un ruolo ancora più strategico. La continuità del servizio e la conformità normativa non sono solo questione di sicurezza, ma spesso incidono direttamente su produzione, qualità dell’alimentazione e rapporto con il gestore di rete.
In questo contesto, i requisiti specifici includono:
- Precisione delle regolazioni: i parametri del relè di interfaccia devono essere configurati secondo i valori esatti previsti dal regolamento di esercizio.
- Ridondanza dei controlli: spesso sono presenti SPI doppi o sistemi di monitoraggio remoto che verificano in tempo reale lo stato del sistema.
- Tracciabilità e reportistica avanzata: le verifiche devono generare report dettagliati, firmati digitalmente e archiviati secondo le linee guida ISO.
- Coinvolgimento di personale qualificato e autorizzato: la verifica può essere eseguita solo da operatori in possesso delle specifiche abilitazioni previste dalla normativa tecnica e ministeriale.
Inoltre, per impianti con più sezioni attivate in momenti diversi, si deve far riferimento alla data della prima entrata in esercizio per definire le scadenze di verifica SPI, come stabilito dalla Delibera 786/2016/R/EEL.
Nel capitolo successivo esamineremo le conseguenze della mancata verifica SPI, sia dal punto di vista tecnico che contrattuale, e cosa comporta l’inadempimento nei confronti del gestore di rete o del GSE.
Conseguenze della mancata verifica SPI
La verifica SPI fotovoltaico non è solo una formalità tecnica, ma un adempimento essenziale per garantire la sicurezza dell’impianto, la conformità normativa e il mantenimento dei benefici economici connessi. La sua omissione può generare conseguenze significative, sia dal punto di vista tecnico che contrattuale, con effetti anche sul piano assicurativo e legale.
Rischi per la sicurezza e danni agli impianti
Il Sistema di Protezione di Interfaccia (SPI) è progettato per isolare l’impianto dalla rete in caso di anomalie elettriche. Se non viene verificato con regolarità, potrebbe non rilevare correttamente:
- variazioni pericolose di tensione e frequenza;
- malfunzionamenti della rete pubblica;
- condizioni di guasto interno.
In assenza di verifica, il relè di interfaccia potrebbe non intervenire nei tempi previsti, esponendo l’impianto e gli operatori a:
- rischi di sovratensioni e danneggiamenti ai componenti (inverter, quadri, protezioni);
- interruzioni non controllate della produzione;
- shock elettrici in caso di mancanza di messa a terra adeguata.
Il rischio si amplifica negli impianti fotovoltaici MT BT connessi a strutture complesse o ad alta potenza, dove un’anomalia non rilevata può generare guasti a catena o disturbi sulla rete.
Implicazioni assicurative e legali
Le implicazioni legali e contrattuali della mancata verifica periodica impianto fotovoltaico sono regolamentate dalla Delibera 786/2016/R/EEL (qui il testo integrale) che ha introdotto una procedura rigorosa per il controllo degli adempimenti.
Il mancato rispetto della scadenza quinquennale per il test SPI (eseguito con cassetta prova relè) comporta:
- Sollecito formale da parte del gestore di rete, inviato entro 30 giorni dalla scadenza tramite PEC, raccomandata o portale produttori.
- Se entro 30 giorni dal sollecito non viene effettuata la verifica si attuano i segtuenti provvedimenti:
- comunicazione al GSE (Gestore Servizi Energetici);
- sospensione degli incentivi (Conto Energia, FER, etc.);
- blocco delle convenzioni attive, come:
- scambio sul posto;
- ritiro dedicato;
- rischio di distacco dell’impianto dalla rete.
Le conseguenze economiche possono essere rilevanti, soprattutto per impianti industriali o incentivati: oltre alla perdita temporanea di contributi, il distacco comporta fermi produttivi e possibili penali contrattuali. La problematica diventa ancora più seria perché si incorre nella sospensione degli incentivi previsti per l’impianto fotovoltaico.
Dal punto di vista assicurativo, l’assenza di verifica periodica del SPI può comportare:
- decadenza della copertura per danni elettrici;
- limitazioni nella responsabilità civile verso terzi;
- esclusione dell’indennizzo in caso di sinistro imputabile a guasti non intercettati dal sistema di protezione.
Inoltre, non effettuare la verifica può comportare la violazione del regolamento di esercizio sottoscritto con il gestore di rete, con possibile contestazione da parte delle autorità competenti.
Di seguito forniremo un riepilogo pratico delle azioni da intraprendere, con suggerimenti su come richiedere una consulenza, a chi rivolgersi e come prepararsi alla verifica SPI fotovoltaico, così da essere sempre in regola e al sicuro.
Come richiedere la verifica SPI e mettersi in regola
Se hai letto fin qui, probabilmente vuoi essere certo che il tuo impianto fotovoltaico sia conforme e sicuro. Per metterti in regola con quanto richiesto dalla Delibera 786/2016 e dalla normativa tecnica CEI, ti consigliamo di seguire questi tre passaggi:
- Verifica se il tuo impianto è soggetto all’obbligo di controllo SPI: basta conoscere la potenza, la data di entrata in esercizio e se è presente un dispositivo esterno.
- Richiedi una consulenza gratuita: ti aiuteremo a capire esattamente cosa prevede la normativa nel tuo caso specifico e quando è prevista la prossima scadenza.
- Prenota la verifica con un Organismo Abilitato che utilizza cassetta prova relè e rilascia un certificato conforme.
QUATTROSEIDUE è specializzata nelle verifiche impianti fotovoltaici e ti accompagna in ogni fase: dall’analisi iniziale fino all’invio dei documenti al gestore di rete. Puoi richiedere il servizio senza impegno: compila il modulo di contatto e un tecnico ti ricontatterà per chiarire ogni dubbio, senza costi iniziali.
Essere in regola non è solo un obbligo, ma il modo migliore per proteggere il tuo impianto, i tuoi incentivi e la tua sicurezza.
FAQ – Domande Frequenti sulla Verifica SPI fotovoltaico
Quando è obbligatoria la verifica SPI di un impianto fotovoltaico?
La verifica SPI è obbligatoria per tutti gli impianti fotovoltaici con potenza superiore a 11,08 kW dotati di SPI esterno, come previsto dalla Delibera ARERA 786/2016. Deve essere eseguita:
entro 5 anni dalla messa in esercizio dell’impianto o dalla precedente verifica;
prima, in caso di sostituzione del sistema SPI o modifiche all’impianto.
Se non sai se il tuo impianto rientra nell’obbligo, possiamo aiutarti gratuitamente a verificarlo.
Ogni quanto deve essere fatta la verifica SPI?
La verifica periodica del Sistema di Protezione di Interfaccia (SPI) deve essere effettuata ogni 5 anni. Fa eccezione il caso in cui si sostituiscano componenti critici dell’impianto (come inverter o relè di interfaccia): in tal caso la verifica deve essere ripetuta immediatamente.
Tutti gli esiti devono essere comunicati al gestore di rete e al GSE, pena la sospensione di incentivi e convenzioni.
Quanto costa fare la verifica SPI fotovoltaico?
Il costo della verifica SPI varia in base a:
tipo di impianto (BT o MT),
accessibilità del sito,
presenza di più sezioni o dispositivi SPI.
Indicativamente, per impianti domestici o aziendali in BT il prezzo parte da circa 250–350 € + IVA, incluso il rilascio del certificato firmato da tecnico abilitato.
Offriamo sopralluoghi e preventivi gratuiti per garantirti conformità e trasparenza.
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