La sicurezza elettrica in azienda è la base della continuità operativa: riduce fermi impianto, tutela le persone e preserva reputazione e bilanci. Ignorarla significa esporsi a rischio elettrico e interruzioni che costano molto più di qualunque prevenzione.
Il quadro normativo è chiaro e stringente: D.Lgs. 81/08 artt. 80–87, DPR 462/01, DM 37/08, CEI 11-27 e CEI 64-8 definiscono cosa fare, come farlo e chi deve assumersene la responsabilità. Qui troverai il filo che li collega senza tecnicismi superflui.
Anticipiamo il cuore della nostra guida: ecco 7 errori di sicurezza davvero comuni (dalla manutenzione saltuaria al “fai da te”) e le soluzioni pratiche, incluse le verifiche messa a terra, la documentazione essenziale e l’esigenza di coinvolgere specialisti del settore. Se vuoi approfondire, trovi tutto quello che devi sapere nell’articolo che segue. Se invece stai cercando una consulenza o un preventivo, sei nel posto giusto: Quattroseidue Srls offre tutta la sua competenza e un’esperienza decennale nelle verifiche dell’impianto di messa a terra.
Cos’è (e cosa NON è) la sicurezza elettrica in azienda
Garantire la sicurezza elettrica nei luoghi di lavoro non è un insieme di adempimenti formali da spuntare una volta l’anno: è un sistema continuo di prevenzione che integra progettazione a regola d’arte, manutenzione programmata, formazione e verifiche.
Ridurre la sicurezza elettrica in un ambiente di lavoro allo svolgimento di controlli occasionali o a interventi d’emergenza significa trasformare il rischio elettrico in una variabile operativa.
Effetti tipici di una gestione scorretta
Quando procedure e impianti non sono allineati alla buona tecnica, gli effetti si manifestano in modo prevedibile:
- Scosse e contatti accidentali dovuti a cavi danneggiati, morsetti allentati, cablaggi errati o apparecchiature obsolete.
- Archi elettrici generati da giunzioni difettose, sovratemperature e inneschi su parti non protette: oltre alle ustioni, possono deteriorare quadri e barre, creando fermi impianto elettrico.
- Incendi per sovraccarico, cortocircuito o improvvida “ottimizzazione” dei sistemi di protezione (fusibili sostituiti con modelli non idonei, bypass degli interruttori di sicurezza).
- Interruzioni produttive: differenziali che scattano di continuo, alimentazioni instabili, documentazione incompleta che rallenta diagnosi e ripristini.
Elementi ricorrenti alla base degli errori di sicurezza:
- Manutenzione inadeguata e assenza di un calendario verificabile.
- Uso improprio di attrezzature (ciabatte e prolunghe come soluzioni permanenti).
- Sottovalutazione del rischio e mancato uso di DPI adeguati.
- LOTO assente o applicato in modo parziale nei lavori di manutenzione.
- Ambienti umidi o disordinati, con accessi ai quadri ostruiti e materiali combustibili nelle vicinanze.
Contatto diretto, indiretto e arco elettrico
- Contatto diretto: la persona tocca una parte attiva in tensione (es. conduttore esposto).
- Contatto indiretto: si tocca una massa metallica che è andata in tensione per un guasto (qui la messa a terra e i differenziali sono vitali).
- Arco elettrico: scarica attraverso l’aria fra due punti a potenziale diverso; produce calore intenso, eiettando materiale fuso e generando sovrapressioni e inneschi.
Il filo conduttore è semplice: protezioni idonee + impianto elettrico a norma + procedure scritte + competenze riducono drasticamente la probabilità e la gravità degli incidenti.
Sicurezza elettrica in azienda: norme essenziali da conoscere
Il quadro di riferimento non si esaurisce in una sola legge: combina obblighi del datore di lavoro, regola dell’arte e requisiti dei prodotti. Qui trovi le direttrici utili per orientarti senza sovraccaricare la lettura.
D.Lgs. 81/08: obblighi del datore di lavoro
Gli articoli 80–87 del D.Lgs. 81/08 definiscono come gestire il rischio elettrico:
- Valutazione del rischio: analisi di contatti diretti e indiretti, innesco di incendi ed esplosioni, sovratensioni e condizioni ambientali.
- Misure tecniche: protezione dai contatti (isolamento, involucri, interruttori differenziali), messa a terra, coordinamento delle protezioni, idoneità degli impianti elettrici.
- Misure organizzative: procedure di sezionamento, LOTO, permessi di lavoro, gestione PES/PAV/PEI e DPI coerenti con i compiti.
- Formazione e qualifiche: responsabilità nel garantire personale informato, formato e addestrato.
- Documentazione: evidenze di valutazioni, verifiche, manutenzioni e riparazioni tracciate in modo verificabile.
Il decreto richiama la necessità di adottare misure proporzionate ai pericoli presenti e sanziona le inadempienze: trascurare procedure e controlli non è solo un problema tecnico, è un rischio legale ed economico. Non per niente il principale soggetto chiamato ad assicurare i requisiti di sicurezza sui luoghi di lavoro esposti al rischio elettrico è proprio il datore di lavoro.
DPR 462/01: verifiche periodiche e messa a terra
Il DPR 462/01 ha una funzione indispensabile nella disciplina delle verifiche obbligatorie (lo trovi a questo link). In particolare si occupa di:
- Impianti di messa a terra.
- Dispositivi di protezione e verifica scariche atmosferiche.
- Impianti in luoghi con pericolo di esplosione o locali ad uso medico.
Punti chiave, in pratica:
- Le verifiche periodiche devono essere eseguite da organismi abilitati (o dai soggetti pubblici competenti ove previsto).
- L’azienda deve conservare i verbali ufficiali delle verifiche e il registro degli interventi.
- Le verifiche si affiancano alla manutenzione: non la sostituiscono.
- Prima della visita: tieni pronti dichiarazioni di conformità, schema impianto elettrico, planimetrie, registro controlli, eventuali rapporti di intervento.
Per un controllo efficace, l’accessibilità ai quadri, la chiarezza delle etichette, l’ordine in prossimità delle apparecchiature e la tracciabilità degli asset fanno la differenza.
DM 37/08 e norme tecniche CEI (11-27, 64-8)
Diamo adesso uno sguardo d’insieme nella normativa che serve a garantire la sicurezza tecnica in azienda. Le principali disposizioni in questa materia sono contenute nelle seguenti norme:
- DM 37/08: riordina l’attività di installazione negli edifici, richiede dichiarazioni di conformità e ribadisce il principio di regola dell’arte.
- CEI 64-8: norma tecnica cardine per impianti utilizzatori a bassa tensione; indirizza scelte su protezioni, sezioni dei cavi, coordinamento dei dispositivi, ambienti e verifiche.
- CEI 11-27: definisce esecuzione dei lavori elettrici e qualifiche del personale (PES, PAV, PEI), i ruoli e le distanze operative; fornisce criteri pratici per operare fuori tensione, sotto tensione e in prossimità.
Cosa significa per l’azienda?
- L’impianto va progettato, realizzato e manutenuto secondo norme CEI e dichiarazioni tracciabili.
- Chi interviene deve essere qualificato e addestrato, con DPI adeguati al compito (anche contro arco elettrico quando necessario).
- Le procedure interne devono riflettere la norma tecnica: dalla prova di assenza tensione alla messa a terra e in cortocircuito dove prevista, fino al LOTO.
Direttive UE e altri riferimenti sulla sicurezza elettrica in azienda
Il contesto tecnico si completa con i requisiti dei prodotti e dell’ambiente d’uso. Vediamoli:
- Direttiva Bassa Tensione 2014/35/UE (LVD): requisiti essenziali di sicurezza per apparecchiature elettriche entro limiti di tensione.
- Direttiva EMC 2014/30/UE: compatibilità elettromagnetica, per evitare disturbi in altri apparati.
- Direttiva ATEX 2014/34/UE: apparecchiature destinate ad atmosfere potenzialmente esplosive.
- RAEE: corretta gestione del fine vita delle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
- RoHS: limitazioni all’uso di sostanze pericolose in fase di fabbricazione.
Tradotto in prassi aziendale: seleziona apparecchiature con conformità dichiarata, allineale al contesto d’uso (anche ATEX quando serve), pianifica la dismissione RAEE, monitora l’obsolescenza e mantieni schede tecniche e manuali disponibili a bordo impianto o in repository digitale.
I 7 errori davvero comuni in azienda (e come correggerli subito)
Non servono guasti spettacolari per mettere a rischio la sicurezza elettrica in azienda: bastano abitudini sbagliate, controlli saltuari e procedure incomplete. Qui sotto trovi gli errori di sicurezza che incontriamo più spesso e le correzioni pratiche per ridurre il rischio elettrico in modo misurabile.
1) Manutenzione saltuaria e verifiche dimenticate
Errore: La manutenzione “a chiamata” e le verifiche dell’impianto elettrico che scivolano nel tempo lasciano crescere difetti nascosti. Qualche esempio? Morsetti laschi, ossidazioni, differenziali non più selettivi possono pregiudicare la sicurezza dell’impianto.
Perché è pericoloso: Incide sulla sicurezza elettrica in azienda perché aumenta anomalie non rilevate, surriscaldamenti e scatti intempestivi; nei momenti critici le protezioni potrebbero non intervenire o farlo in ritardo, con fermi impianto e possibili principi d’incendio.
Soluzione operativa:
- Imposta un piano di manutenzione programmata con periodicità diverse per quadri, linee, differenziali, UPS e gruppi di continuità.
- Tieni un registro controlli (ispezioni visive, coppie di serraggio, prove differenziali, continuità del PE).
- Esegui le verifiche DPR 462/01 con organismo abilitato su messa a terra, scariche atmosferiche e luoghi con pericolo di esplosione; conserva i verbali e pianifica tempestivamente le azioni correttive.
2) Impianti non conformi o documentazione incompleta
Errore: Installazioni “storiche” mai riallineate alle norme, assenza o discontinuità del conduttore di protezione, dispositivi differenziali non coordinati, schemi non aggiornati.
Perché è pericoloso: La non conformità compromette l’efficacia delle protezioni contro contatti indiretti; senza documentazione aggiornata si rallentano diagnosi e ripristini, aumentando l’esposizione al rischio elettrico e mettendo a repentaglio salute e sicurezza dei lavoratori.
Soluzione operativa:
- Esegui un check di conformità alla CEI 64-8 e alla regola dell’arte.
- Verifica la messa a terra, la continuità del PE e il coordinamento tra magnetotermici e differenziali.
- Aggiorna le dichiarazioni di conformità, il progetto, gli schemi elettrici, le planimetrie e le matricole degli asset.
- Inserisci nel DVR un capitolo specifico su valutazione del rischio elettrico (D.Lgs. 81/08, artt. 80–87).
3) Sovraccarichi da ciabatte e prolunghe usate “in modo permanente”
Errore: Moltiplicatori di prese e prolunghe lasciati mesi sotto scrivanie o vicino a macchine di processo, utilizzati ben oltre la portata nominale.
Perché è pericoloso: Surriscaldamenti, cortocircuiti, cadute di tensione, scatti intempestivi e possibili inneschi d’incendio; i danni spesso partono da collegamenti “provvisori” diventati definitivi.
Soluzione operativa:
- Progetta linee dedicate correttamente dimensionate per carichi continuativi.
- Aggiungi quadretti o dorsali secondarie dove serve, utilizzando PDU professionali con protezione.
- Inserisci una policy interna: prolunghe solo per usi temporanei, con ispezioni periodiche e rimozione programmata;
- Fai controllare periodicamente tutti gli elementi dell’impianto, come i dispersori di terra. E’ sufficiente la verifica della messa a terra.
4) Sicurezza elettrica: attrezzature e cavi danneggiati o obsoleti
Errore: Continuare a usare cavi con isolamento logoro, spine deformate, apparecchiature obsolete o non più conformi.
Perché è pericoloso: Isolamenti compromessi e giunti improvvisati favoriscono falsi contatti e archi elettrici; aumenta il rischio di scosse e di danneggiamento dei quadri.
Soluzione operativa:
- Programma ispezioni visive documentate; togli subito dal servizio componenti danneggiati.
- Applica marcatura e tracciamento degli asset (matricola, stato, storico interventi).
- Sostituisci ciò che è fuori standard e gestisci il fine vita secondo RAEE; preferisci apparecchiature con conformità dichiarata e manuali accessibili.
5) Procedure carenti: assenza di sezionamento e LOTO
Errore: Interventi su impianti senza procedure di sezionamento codificate, assenza di Lockout/Tagout (LOTO) o applicazioni informali.
Perché è pericoloso: Il rischio di riattivazioni accidentali durante i lavori aumenta in modo significativo, con esposizione a contatti diretti e archi.
Soluzione operativa:
- Introduci LOTO con lucchetti personali, cartellini, punti di blocco e permessi di lavoro.
- Standardizza i passi: disalimentazione, prova di assenza tensione, messa a terra temporanea dove previsto, controllo incrociato e consegna/ritiro del permesso.
- Forma e addestra il personale; verifica l’aderenza alle procedure con audit periodici.
6) Persone non qualificate e DPI trascurati
Errore: Affidare attività elettriche a personale senza qualifiche PES/PAV/PEI (CEI 11-27) o con DPI inadeguati.
Perché è pericoloso: Aumentano interventi errati e esposizione a contatti e archi elettrici; nei momenti critici, la mancanza di competenza moltiplica la gravità degli eventi.
Soluzione operativa:
- Definisci ruoli e qualifiche: PES (Persona Esperta), PAV (Persona Avvertita), PEI (Persona Idonea), con formazione, addestramento e refresh periodici.
- Seleziona DPI coerenti con il rischio: indumenti certificati contro arco elettrico, elmetto con visiera, guanti isolanti, calzature idonee.
- Prevedi briefing di sicurezza prima dei lavori e supervisione nelle attività non routinarie.
7) Il “fai da te” su impianti e verifiche
Errore: Modifiche, riparazioni o verifiche eseguite internamente senza competenze specifiche o senza i requisiti previsti dalla legge.
Perché è pericoloso: Parliamo di attività non consentite: si rischiano responsabilità penali e civili, oltre all’invalidità delle verifiche e alla perdita di coperture assicurative. Sul piano operativo, interventi non qualificati possono introdurre guasti latenti.
Soluzione operativa:
- Coinvolgi personale specializzato per installazioni e manutenzioni, e organismi abilitati per le verifiche DPR 462/01 (messa a terra, scariche atmosferiche, luoghi con pericolo di esplosione).
- Integra nel DVR una procedura di escalation: quando chiamare il manutentore qualificato, quando l’organismo abilitato, quali documenti predisporre.
- CTA: “Quattroseidue Srl è organismo/certificato per le verifiche: mettiamo a disposizione competenze, strumentazione e supporto documentale per tenerti al riparo da non conformità e fermo impianto.”
Per mettere a terra queste correzioni serve metodo: di seguito ti mostriamo come prepararti alla prossima verifica con una checklist operativa e la documentazione da avere pronta, così da unire conformità normativa sulla sicurezza elettrica ed efficienza quotidiana.
Come prepararsi alla prossima verifica
Arrivare alla verifica con le carte in ordine e un impianto in efficienza non è una questione di fortuna, ma di metodo. La preparazione comincia giorni prima, quando si decide cosa mostrare, cosa controllare e chi coinvolgere.
Un dossier chiaro e un percorso tecnico tracciabile trasmettono serietà e riducono il rischio elettrico sul luogo di lavoro legato a incomprensioni o lacune documentali.
Sicurezza elettrica in azienda: documenti da tenere pronti
Prima impressione = metà del lavoro. Raduna in un’unica cartella (digitale o fisica), versionata e datata, i documenti essenziali:
- Dichiarazioni di conformità e, ove richiesto, progetto e relazione tecnica ai sensi del DM 37/08 (con allegati e planimetrie).
- Schemi elettrici aggiornati (unifilari/funzionali) con legenda e corrispondenza a quadri e linee reali.
- Verbali di verifica DPR 462/01 (messa a terra, scariche atmosferiche, luoghi con pericolo di esplosione) e registro controlli/manutenzioni con stato delle azioni correttive.
- Estratto DVR con valutazione del rischio elettrico (artt. 80–87 D.Lgs. 81/08 Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro) e misure tecniche/organizzative adottate.
- Elenco asset (quadri, linee, RCD, UPS, PDU, prese, ecc.) con matricole, ubicazione e storico interventi.
- Procedure operative: sezionamento, LOTO, permessi di lavoro, prova di assenza tensione, gestione anomalie.
- Nomine e qualifiche PES/PAV/PEI (norma CEI 11-27) con attestati, addestramento e scadenze aggiornamenti.
- Manuali e schede tecniche dei componenti/protezioni principali; per aree dedicate, documentazione impianti elettrici ATEX pertinente.
- Evidenze di tarature/prove funzionali (es. test RCD) e corretta gestione RAEE per dispositivi dismessi.
- Piano di manutenzione impianti elettrici programmata e checklist interne effettivamente utilizzate.
Suggerimento: assicurati che sigle su schemi, etichette sui quadri e codici inventario coincidano. Velocizza l’ispezione e abbatti gli errori di sicurezza più banali.
Controlli preliminari interni
Dedica qualche ora a una ricognizione “a freddo”. Verifica la continuità del PE (serraggi, ossidazioni, barre equipotenziali), prova i differenziali e cura la selettività tra protezioni per evitare fermi impianto.
Allinea etichettature e identificativi con gli schemi, ripristina la segnaletica di pericolo elettrico, libera gli accessi ai quadri ed elimina materiali combustibili nelle vicinanze. Sostituisci cavi danneggiati, rimuovi prolunghe/ciabatte “permanenti”, riordina canaline e verifica involucri, ventilazione e assenza di condensa.
Un passaggio finale su magnetotermici, sganciatori, pulsanti di emergenza e illuminazione di sicurezza completa il quadro, mantenendo sotto controllo il rischio elettrico.
Sicurezza elettrica in azienda: azioni correttive e responsabilità
Trasforma rilievi e osservazioni in un piano tracciabile: priorità basate su gravità e probabilità, individuando con chiarezza i responsabili (Datore di Lavoro, RSPP, Manutenzione/Facility, PES/PAV/PEI, organismo abilitato per le verifiche DPR 462/01), scadenze e evidenze di chiusura (misure, foto, nuovi schemi, verbali interni).
Monitora pochi KPI utili (azioni chiuse nei tempi, ricorrenza scatti RCD, MTTR elettrico) e aggiorna periodicamente DVR, procedure LOTO, formazione e piano di manutenzione.
Per ogni esigenza sulla sicurezza elettrica in azienda e sulle verifiche DPR 462/01, Quattroseidue Srl è disponibile a offrire la migliore consulenza qualificata in Italia, con supporto tecnico, verifiche ufficiali e assistenza documentale end-to-end.
FAQ – Domande frequenti sulla Sicurezza Elettrica in Azienda
Ogni quanto vanno fatte le verifiche DPR 462/01?
La periodicità dipende dall’attività e dall’impianto: in generale le verifiche su messa a terra, protezione contro le scariche atmosferiche e impianti in ATEX sono periodiche e vanno programmate con un organismo abilitato, conservando i verbali e aggiornando il registro controlli.
Chi può eseguire le verifiche e cosa rilasciano?
Le verifiche sono eseguite da organismi abilitati (o ASL/ARPA dove previsto). Al termine rilasciano un verbale ufficiale con esito, misure, non conformità e azioni consigliate. Il verbale va archiviato e collegato al DVR e agli schemi elettrici aggiornati.
Quali documenti devo tenere pronti durante un sopralluogo?
Al minimo: dichiarazioni di conformità (DM 37/08), schemi elettrici aggiornati, verbali DPR 462/01 precedenti, estratto DVR con valutazione del rischio elettrico, registro manutenzioni, nomine/qualifiche PES-PAV-PEI, procedure LOTO e asset list coerente con etichette e matricole.
Come riduco gli errori di sicurezza più frequenti?
Con un piano di manutenzione programmata, prove periodiche dei differenziali, controllo della continuità PE, eliminazione di ciabatte/prolunghe permanenti, formazione e DPI adeguati, e ricorso al personale qualificato evitando il fai da te su impianti e verifiche DPR 462/01.

Verifica impianti elettrici ATEX: guida alla sicurezza nei luoghi a rischio esplosione
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